La capanna dello zio Tom by Harriet Stowe Beecher

La capanna dello zio Tom by Harriet Stowe Beecher

autore:Harriet Stowe Beecher [Beecher, Harriet Stowe]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Capitolo Quindicesimo

Lontano dal Kentucky

Nella nuova condizione materiale di Tom non c'era proprio nulla di cui egli si potesse lagnare. La simpatia che aveva per lui Evangelina, anzi l'affetto, avevano indotto quella nobile creatura a chiedere al padre di potere disporre di Tom ogni volta che lei avesse bisogno, per le sue passeggiate a piedi o a cavallo. Tom aveva quindi ricevuto l'ordine di essere a completa disposizione della bambina ogni volta che lei lo volesse: e potete indovinare che tale ordine fu tutt'altro che spiacevole per Tom.

Il suo servizio di scuderia era quasi una sinecura: doveva soltanto ispezionare quotidianamente il lavoro che un suo sottoposto faceva per lui. Maria Saint-Clare aveva poi dichiarato che non le piaceva sentire l'odore di stalla e che perciò Tom non doveva fare quel servizio: il sistema nervoso della sua padrona era incapace di sostenere una tale prova; sarebbe bastato un minimo di cattivo odore a farla morire. E Tom, con i suoi abiti eleganti e bene spazzolati in questo anche il padrone era esigente e la sua bella faccia nera piena di benevolenza, aveva proprio un aspetto rispettabile.

In più viveva in un bel luogo, e godeva con grande gioia degli uccelli, dei fiori, della luce e della bellezza di quella corte dei miracoli.

Il nostro amico Tom, con la sua mente semplice, paragonava spesso la sua sorte fortunata, nella condizione di schiavitù che doveva sopportare, con quella di Giuseppe in Egitto. Man mano che il tempo passava e le virtù di Tom venivano sempre più apprezzate dal suo padrone, la somiglianza sembrava accrescersi.

Saint-Clare era indolente e si curava poco del suo denaro. Adolfo, che fino ad allora aveva avuto l'incarico di fare le provviste per la casa, non era meno negligente del suo padrone: il risultato era che in quella casa il denaro sembrava avesse le ali.

Tom era abituato da tempo a considerare come propri gli interessi del padrone e aveva notato con dispiacere le spese pazze di quella casa. Talvolta era arrivato a fare, con modi indiretti e pacati, le sue osservazioni. Sulle prime, Saint-Clare si servì solo di tanto in tanto dell'opera di Tom, ma, quando si accorse della sua capacità negli affari, finì per affidare a lui solo tutte le provviste domestiche.

"No, no, Adolfo" disse Saint-Clare, un giorno che quello si lamentava di avere perduto i suoi poteri di un tempo "lascia Tom in pace. Tu capisci solo ciò che vuoi, ma Tom sa anche il valore del denaro; e meno male, altrimenti qui, un giorno o l'altro, potremmo anche ritrovarci al verde."

Tom era così diventato l'uomo di fiducia del padrone. Da parte sua poi guardava al suo padrone giovane allegro e spensierato con un sentimento misto di fedeltà e di sollecitudine paterna. Tom sapeva che Saint-Clare non andava mai in chiesa e che non era un buon cristiano e, con il crescere della fiducia, si era permesso anche di esprimere la propria opinione.

Una sera poi che Saint-Clare era stato invitato da amici a un banchetto, fu riaccompagnato a casa, tra l'una e le due di notte, ubriaco fradicio.



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